Proseguendo il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli, Francesco ha commentato il capitolo 18 in cui si racconta del soggiorno di san Paolo a Corinto, presso una coppia di sposi, Aquila e Priscilla (o Prisca), fuggiti da Roma dopo che l’imperatore Claudio aveva ordinato l’espulsione degli ebrei. «Il popolo ebraico – ha osservato il Papa – ha sofferto tanto nella storia, è stato perseguitato e cacciato e nel secolo scorso abbiamo visto tante brutalità. Tutti eravamo convinti che questo fosse finito». E invece «oggi comincia a rinascere qua e là l’abitudine di perseguire gli ebrei. Questo non è umano né cristiano».
Aquila e Prisca, testimoniando «l’arte cristiana dell’ospitalità», accolgono non solo Paolo ma anche l’annuncio del Vangelo. Grazie alla fede e all’impegno di tanti laici come Aquila e Prisca che il cristianesimo è giunto fino a noi. «Pensate che il cristianesimo dall’inizio è stato predicato dai laici: Voi laici siete responsabili, per il vostro Battesimo, di portare avanti la fede». E cita una frase di Benedetto XVI: «I laici danno l’humus alla crescita della fede».
Rivolgendosi, infine, agli sposi novelli, Francesco ha invitato a pregare affinché «le coppie cristiane sappiano aprire le porte dei loro cuori a Cristo e ai fratelli e trasformino le loro case in Chiese domestiche».