A.C.A. è l’acronimo di Associazione Culturale Abissinia, costituita a Pescara nel 1996 grazie all’impulso di Etiopi, Eritrei, Italo Etiopici ed Italo Eritrei, uomini e donne, residenti in Abruzzo. Il motivo primario che indusse a creare questa associazione risiedeva nella convinzione di voler dare un contributo effettivo alla pace in atto tra i due popoli. Attualmente l’Associazione sta cercando di sostenere i progetti di ristrutturazione e di formazione professionale dell’Ospedale St. Mary Hospital di Axum considerato uno tra i più importanti ospedali dell’Etiopia. A giugno partirà una delegazione dell’Associazione costituita da medici e tecnici Italiani. Negli studi di Tele Radio Padre Pio abbiamo ospitato Fortunato Deleo(nella foto)
Presidente dell’Associazione, dr. Franco Ciampaglia, responsabile dell’ACA per le attività Sanitarie e la dott.ssa Serena Zinoni, referente dell’ACA per le adozioni a distanza che ci hanno illustrato le finalità del progetto.
“L’ospedale ha un bacino di utenza che ricopre buona parte del territorio del Tigray. – ha ricordato il dott. Ciampaglia – La maggior parte dei pazienti soffre di malattie derivanti dall’acqua infetta (ad esempio la cecità da tracoma), malnutrizione infantile, tireopatie dovute alla mancanza di iodio, AIDS (circa il 25% della popolazione), malaria e tubercolosi. L’ospedale sorge in un’area di circa 4,6 ettari ed è costituito da sette padiglioni isolati e collegati da percorsi esterni coperti; sono tutti ad un piano, in muratura di pietra e copertura in lamiera metallica ondulata. Sono disponibili circa 160 posti letto, suddivisi in chirurgia, ostetricia, pediatria, medicina, oculistica. Questo numero è assolutamente inadeguato alla quantità d’etiopi bisognosi di cure, e per di più le murature, le coperture, gli impianti elettrici e le fognature sono fatiscenti e insufficienti, mancano altresì le strutture ricettive. Le risorse in possesso dall’ospedale sono molto limitate. Molte attrezzature basilari sono assenti. Mancano ad esempio l’ossigeno e le incubatrici nel reparto pediatria. Manca inoltre personale medico e paramedico qualificato; il dottor Theodros, che opera lì da 8 anni, è costretto a mandare i suoi collaboratori in città più grandi e lontane perché vengano addestrati. Il suo progetto ambizioso è di trasformare in infermieri almeno cento assistenti sanitari. Ed ecco che l’Associazione sta cercando di portare un aiuto concreto. L’associazione Culturale Abissinia – ha sottolineato Fortunato Deleo ha già ristrutturato la parte del padiglione di chirurgia destinato al ricovero dei pazienti. Intende continuare nei lavori di ristrutturazione dei vari padiglioni, dalla sala operatoria in primis e poi a seguire la pediatria, l’ostetricia, la medicina e l’oculistica. Immediato deve essere affrontato il problema delle cucine, la lavanderia, le fognature e gli impianti elettrici. E’ indispensabile e prioritario dotare l’ospedale d’autosufficienza idrica, costruire locali per la disinfezione, ricezione e alloggio per i parenti dei pazienti ricoverati”.
Per info A.C.A. Associazione Culturale Abissinia
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