“L’amore non riesce su questa terra ad eliminare ogni handicap e ogni sofferenza ma questo non significa che diventi inutile e inoperoso. Le cure mediche e gli interventi tecnici hanno un limite; l’amore no”.
Con queste parole è stata inaugurata lo scorso 22 ottobre, nel Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano, la mostra fotografica “Numeri Uno. A difesa di una vita normale” promossa dalla Fondazione Don Gnocchi e dal ministero del Welfare.
Immagini e scatti sul tema della disabilità, realizzati da Giorgio Lotti, uno dei più conosciuti e apprezzati fotoreporter italiani.
“In passato mi ero occupato del problema della disabilità – ha raccontato Giorgio Lotti ospite di Radio Padre Pio – ma la verità è che non ho scelto io di realizzare questi scatti, ma sono stato scelto per farlo. E quando ho chiesto come mai, tra tanti bravi fotografi italiani avessero scelto me, mi hanno risposto che io con la macchina fotografica non ho mai violentato nessuno. In tutti questi anni ho capito che è necessario avere una presenza-assenza. Non si può andare in posto, fotografare e basta. Bisogna capire e conoscere chi sta davanti l’obiettivo, altrimenti si corre il rischio di fare delle orribili belle fotografie. Quello dei diversamente abili è un mondo estremamente delicato che vive di piccole grandi cose e la sensibilità che loro anno non si può distruggere e per questo occorre grande rispetto e amore”.
Insignito del “The World Understanding Award” dalla Columbia University, Giorgio Lotti ha pubblicato numerosi libri di fotografie; le sue opere sono esposte in molti musei americani, britannici, francesi, giapponesi e cinesi.
La mostra, che sarà possibile visitare fino ai primi giorni di novembre, nei prossimi mesi sarà allestita anche in altri Centri italiani della Fondazione Don Gnocchi.
Il testimonial della mostra è Beppe Fumagalli, ragazzo affetto dalla nascita da sindrome malformativa focomelica. Oggi vive in una delle comunità alloggio della Fondazione e lavora come fattorino nel magazzino del Centro.