Quando comincia il triduo? a) Oggi, dalla messa “In Coena Domini”, incomincia il Triduo pasquale, che si conclude, con la messa della vigilia pasquale, la quale già è collocata alla domenica di Pasqua (Ordo lectionum missae, 24), cosí come la vigilia di Natale alla Natività. (ib 11). b) Istintivamente, il termine triduo ci porta all’idea di tre giorni, in preparazione a qualche festa: nel nostro caso, ai tre giorni santi (giovedí, venerdí e sabato), che precedono la domenica di risurrezione, che incomincia con la messa della veglia pasquale. c) In realtà, tenendo presente quello che dice s. Agostino, che cioè il triduo pasquale “è il santissimo Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto”, il vero triduo pasquale comincia il venerdí, al massimo il giovedí santo sera, con la messa vespertina, considerata come inaugurazione, come inizio del triduo, insieme al sabato e alla veglia pasquale o alla notte di Pasqua, con il giorno che segue.
Cos’è il triduo? a) Per essere piú esatti, dovremmo dire che il triduo sacro o pasquale non è tanto la somma di tre giorni o di tre celebrazioni, suddivise in tre giorni, quanto un unico mistero: il mistero del “Cristo crocifisso, sepolto e risorto”, appunto come diceva s. Agostino, celebrato in tre momenti, che si succedono in tre diverse fasi, che si svolgono nello spazio di tre giorni. b) Pasqua, allora, è l’insieme della morte e risurrezione di Cristo e non solo la sua risurrezione.
Giovedí santo
Questa giornata santa ricorda due grandi avvenimenti: l’istituzione del sacerdozio e il dono dell’eucaristia! Sia dell’eucaristia che del sacerdozio ministeriale, a motivo di tempo, accennerò solo qualche cosa. Dell’eucaristia vedremo solo che atmosfera regnava nel cenacolo e, poi, dirò qualcosa sul sacerdozio-sacerdote ministeriale, giacché senza di esso non ci sarebbe neppure l’eucaristia. Atmosfera nel cenacolo:
a) Nel cenacolo, nell’ultima cena, che atmosfera c’era? b) Un’atmosfera di tradimento! c) Gesú stesso lo dirà: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà” (Gv 13, 21): questo riferendosi a Giuda, che lo tradisce con il segno piú profondo dell’amicizia: il bacio (cf Mt 26, 49). d) Poi, cosa dice a Pietro? “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte” (Gv 13, 38). e) Ma anche tutti gli altri apostoli non sono esenti dal peccato-paura-fuga: “Voi tutti fuggirete e mi lascerete solo” (cf Mt 26, 20-40).
Noi e Gesú: a) In questa atmosfera, noi cosa avremmo fatto? Tutti avremmo rovesciato la tavola dell’amicizia tradita e avremmo gridato: “Andate via, ingrati! Non vi voglio piú vedere, perché non meritate nulla!”. b) E, invece, Gesú? Lava i piedi, compito, che svolgevano gli schiavi, i servi. Perché? Ameno per due motivi: I) Perché l’Onnipotente è infinitamente mite, paziente e amoroso, perciò dona anche il suo corpo e il suo sangue, come loro cibo spirituale! II) a) Perché Dio sfida il male col bene, la nostra cattiveria con la sua bontà, perciò affronta l’immensa potenza del peccato con l’onnipotenza del suo amore. b) Il tradimento in lui si trasforma in amore. c) Questo è il vero comportamento di Dio. d) Questa è la vera idea, che dobbiamo avere di Dio, mentre ne abbiamo ben altre. e) Questo comportamento amoroso di Dio, manifestato in Cristo, continua tramite il sacerdote “alter Christus”, con i sacramenti e la sua testimonianza. Cosa, allora, deve fare il sacerdote?
Sul sacerdozio-ministeriale. I) Cristo-modello: Il sacerdote deve vivere quello che dice: “Prendete e mangiate questo è il mio corpo!… Prendete e bevete questo è il mio sangue!… Fate questo, in memoria di me!”. a) Quando il sacerdote dice queste parole deve sentirsi come la vergine Maria, che dà il Salvatore al mondo, prima nella sua fede e poi fisicamente. II) Deve approfondire questo “mistero di fede”, essergli fedele e comunicarlo agli altri con la sua vita-testimonianza, vivendo Dio, come faceva p. Pio, che, scrivendo a p. Agostino Daniele, il 20 novembre 1921, confessa: “Dio per me è sempre fisso nella mente e stampato nel cuore” (Ep. I, 1247), perciò è stato indicato come modello dei sacerdoti, dal b. Giovanni Paolo II. III) Aver Dio, tramite la preghiera: a) Il sacerdote è in grado di donare e donarsi, solo se prima, nella preghiera, ha ricevuto, perché solo pregando riceve l’intelligenza della parola di Dio. b) Se la parola non è maturata nella preghiera, con tutte le sue peculiarità, il sacerdote è come un bel contenitore, ma vuoto!
IV) Ricevere-donare: a) Il sacerdote riceve e dona! b) Ha le mani aperte per ricevere da Dio e far prendere, nello stesso tempo, ai fedeli. c) Se il sacerdote si comporta cosí, i fedeli, anche se sbandano, prima o poi sentiranno la necessità di avvicinarsi a Dio! d) Il sacerdote, che prega e attinge la sua vita da Dio, è in grado di portare l’uomo alla comunione con Dio e i fratelli.
V) Un analogia e una frase tedesca: 1) L’analogia: a) La vita del sacerdote è paragonata a un arco, che deve venire costantemente mantenuto teso: da una parte è preso dalla comunità, dall’altra egli deve starle di fronte, in quanto rappresenta dinanzi a essa il Signore. b) Questo è quello che desidera la stessa comunità. 2) Frase tedesca: a) C’è una frase tedesca, che sintetizza bene questo duplice atteggiamento del sacerdote. b) Essa dice: “Ins Gebet nehmen”, che può esser tradotta in due modi I) cioè “ricordare qualcuno nella preghiera” e II) “fare una paternale”. c) Questo è il sacerdote, che gli uomini cercano: una persona, che vive con, per e in Cristo e riprende il popolo, quando sbaglia.
Compito del sacerdote:
Il suo compito è sintetizzato, principalmente in tre parole greche: e ., e dal servizio-benedizione
, testimonianza. Il sacerdote deve dare testimonianza, perché la Parola si è fatta carne.
, liturgia: “Vivete quello che fate”, cioè i “segni” esteriori della liturgia devono essere portatori di “significati”, di motivazioni interiori dell’operare del sacerdote.
, servizio per il prossimo. Questo deve fare il sacerdote sul modello di Gesú.
Servizio-benedizione: Compito del sacerdote, inoltre, è quello di benedire, perché la benedizione dona vita, che è un regalo di Dio. Chi benedire? a) Benedire gli uomini, per metterli in comunione con Dio, benedire animali e cose, per raccomandarli al loro creatore. b) Nella benedizione del sacerdote, c’è la benedizione di Cristo, perciò in quelli che la ricevono deve prender forma Cristo stesso. c) Per questo motivo è necessario benedire il mondo, quando è nelle paure, negli insuccessi, cioè nelle sollecitudini quotidiane, ma anche affinché si realizzino delle speranze, dei sogni.
Preghiera
Grazie, Signore, del dono del sacerdozio! Fa’ che io possa essere non una “scorza” del grande albero della Chiesa, ma linfa, attraversata e vivificata dallo Spirito santo, per gustarla e falla gustare anche agli altri. Non permettere, allora, che io mi fermi alle apparenze, alle rughe esteriori, ma neppure che rimanga indifferente verso i miei e suoi tradimenti! Dammi la forza e l’aiuto, per annunciare e testimoniare il tuo regno, come regno di pienezza di vita, tra gli uomini e nell’intero universo! Donami il coraggio in questa Chiesa di essere un “servitore” del tuo regno, nell’ambiente in cui vivo. Amen!
Padre Pio e sorella morte
Siamo nel mese, che la Chiesa ha dedicato, consacrato ai nostri cari defunti: il mese di novembre. Tutti, chi prima,...