Si moltiplicano le iniziative in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà il 25 novembre. Ogni anno oltre cento donne vengono uccise in Italia da uomini che conoscevano o con cui, nella maggioranza dei casi, avevano avuto una relazione affettiva. È da questo tragico dato che parte l’impegno della Polizia contro il femminicidio, «un fenomeno – ha spiegato Mariacarla Bocchino, Dirigente del Servizio Centrale Operativo nel corso dell’iniziativa ‘X=Y’, – trasversale, che non ha tempo e non ha età. Non ha territorialità, non ha categorie, non è frutto di emarginazione, non appartiene ad un basso ceto sociale. Ci aspetteremmo che in ambienti dove c’è cultura e non manca il denaro questo fenomeno sia meno diffuso. Ma non è così». Secondo le denunce si rileva una diminuzione di casi di femminicidio, «non cambiano, invece – spiega la funzionaria – i dati relativi al reato di maltrattamenti”.
“Il fenomeno del femminicidio è articolato e subdolo – ha aggiunto la Dirigente – Dietro ci sono fattori educativi sbagliati, dinamiche nella coppia e nella convivenza tra uomo e donna che degenerano. Le vittime di femminicidio in questi due ultimi anni sono state soprattutto donne italiane. Gli autori dei reati sono stati uomini italiani e gli omicidi sono maturati nell’ambito di una relazione familiare affettiva. Gli atti persecutori spesso non vengono denunciati. Il problema è che questi possono degenerare ed è molto difficile intercettarli.
La scuola e gli ambienti di formazione devono essere il primo punto di riferimento. Chi subisce maltrattamenti o sa di una ragazza picchiata e minacciata dal fidanzato lo racconti a qualcuno. È bene che qualcuno sappia, un Prof, la Preside…!”
E’ infatti proprio in linea con le parole di Mariacarla Bocchino che nasce un nuovo gruppo di lavoro anche nell’Università di Teramo, da un’idea della Prof.ssa Fiammetta Ricci, delegata del Rettore per l’integrazione culturale e le pari opportunità, in collaborazione con gli studenti dell’ateneo.
“La volontà è quella di lavorare insieme per programmare e promuovere attività e iniziative con e per gli studenti, sui temi dell’integrazione e del superamento di ogni forma di discriminazione”- spiega la Prof.ssa Ricci -“Il gruppo è aperto a quanti studenti vogliano collaborare per far crescere una cultura del rispetto… ad effetto domino”.
Un’interessante iniziativa, questa, da seguire con attenzione. Ci piacerebbe, già da un vicino futuro, poter accendere la tv e non dover ascoltare più brutte notizie di cronaca aventi come vittime donne, mogli, fidanzate.
Il percorso da seguire è lungo, cambiamenti culturali e comportamentali si ottengono con il tempo, con l’informazione, con la formazione.
Ma siamo certi che con l’attenta partecipazione di ognuno di noi, a cominciare dai più giovani, questo orrendo fenomeno possa essere definitivamente battuto.