A San Marco in Lamis il Venerdì Santo si assiste a uno dei riti della Settimana Santa tra i più suggestivi d’Italia, quello delle Fracchie: grandi torce incavate e riempite di legna, sostenute da ruote di ferro che vengono accese e trascinate dai “Fracchisti” al centro del paese per illuminare il cammino della Madonna Addolorata nella ricerca del Figlio morto. L’origine del termine fracchia è incerta, potrebbe derivare dal latino facula, fiaccola, o, sempre dal latino, "fractus", rotto, spezzato, aperto (in riferimento al tronco dell’albero aperto per essere riempito di legna). Si tratta di torce di diverse dimensioni, arrivano fino a 10 mt di lunghezza, costruite da un tronco spaccato longitudinalmente che si apre a forma di cono e che viene riempito di rami, legna, frasche. Sulla coda finale vengono posizionati dei contrappesi per evitare lo sbilanciamento. La tradizione delle Fracchie è una tradizione secolare a San Marco in Lamis, che si tramanda da generazione in generazione. Nel Medioevo queste fiaccole, allora di piccole dimensioni, venivano utilizzate per illuminare il cammino dei viandanti e pellegrini durante la notte. Successivamente la storia delle Fracchie si intreccia con quella della devozione per la Madonna Addolorata. Dai primi del 700, infatti, tale culto di diffuse molto rapidamente nella cittadina di San Marco in Lamis, a seguito di diversi miracoli attribuiti alla Vergine. In diverse occasioni i Sammarchesi invocarono la protezione della Madonna Addolorata: nel 1837, per uscire dalla terribile epidemia del colera, e, ancora, durante la primavera del 1903, quando una forte siccità colpì duramente le campagne della zona. E così, negli anni a seguire e fino ai giorni nostri, questa cittadina ha sempre tributato alla Vergine Addolorata per i benefici ricevuti, a testimonianza che, pur con lo scorrere dei secoli, la fede verso la Patrona Particolare della città è rimasta intatta. San Marco in Lamis è un comune di circa 15.000 abitanti della provincia di Foggia, si estende nella valle tra il Convento di Santa Maria di Stignano e quello di San Matteo, il termine in Lamis, infatti, dal latino lama, avvallamento paludoso, sta proprio ad indicare la sua posizione. Tappa della "Via Sacra Langobardorum”, l’antica strada dei pellegrini che, provenienti dalle regioni settentrionali, cominciavano a salire sul Gargano dalla Valle di Stignano diretti alla Grotta dell’Arcangelo Michele. Le origini della città sono strettamente legate a quelle del Convento di San Matteo, il Monastero di Frati Francescani risalente al IX-X secolo che sovrasta e domina la città. Circa un mese e mezzo prima del Venerdì Santo, il Comune emana l’Ordinanza con la quale si regolamenta la manifestazione, indicando il numero massimo di Fracchie consentite, per ogni categoria di dimensione, grandi, medie e piccole. Così parte la vera e propria macchina organizzativa, ci si raduna in gruppi e si parte con la costruzione. La sera prima della processione la tradizione vuole che i gruppi di Fracchisti restino tutta la notte a vegliare sulle Fracchie costruite. La Fracchie di San Marco in Lamis sono insieme una tradizione e un evento che esprime l’identità di questo paese. Il 31 marzo 2012 Poste Italiane ha emesso, per la sezione folclore, un francobollo speciale dedicato proprio alle Fracchie e alla Madonna Addolorata. Nel pomeriggio del Venerdì Santo, all’imbrunire, nel corso che porta alla chiesa della Madonna Addolorata sostano i Fracchisti con le loro Fracchie e, tra lavori dell’ultimo minuto e aggiustamenti vari, aspettano l’uscita della Madonna per accendere le enormi torce e illuminare il suo cammino. La tradizione vuole che le prime ad essere accese e partire siano quelle di piccole e medie dimensione, al centro camminerà la Madonna Addolorata, accompagnata in processione, e dietro, a chiudere, verranno trainate le Fracchie grandi. Ha così inizio una delle processioni più suggestive e caratteristiche del nostro paese.