Continua l’impegno della Caritas in favore delle comunità colpite dal sisma dello scorso anno: dal piccolo centro di Castelli, perla dell’appennino teramano, luogo simbolo dell’arte della ceramica nel mondo, messo in ginocchio dai sismi dell’ottobre 2016 e di gennaio 2017, giunge un altro piccolo segno di speranza.
Lo scorso mese, cinque artigiani ceramisti che erano stati costretti ad abbandonare la propria attività, hanno ricevuto finalmente le chiavi di altrettanti moduli abitativi in legno, assemblati nelle immediate vicinanze del centro storico, e sono di nuovo pronti a ripartire con la loro pregiata attività d’arte.
Il direttore della Caritas italiana, don Francesco Soddu (giunto a Castelli a capo di una delegazione nazionale), ha presieduto il rito di benedizione delle nuove casette consegnando di fatto i nuovi moduli abitativi agli artisti artigiani.
La Caritas, vicina alla popolazione sin dai primi giorni di emergenza, dapprima con la consegna di viveri e gruppi elettrogeni e poi con una intensa attività di mappatura delle problematiche socioeconomiche e psicologiche, si è distinta con questo altro piccolo grande gesto tangibile, la concreta realizzazione e consegna di questi cinque nuovi locali lavorativi.
L’arte della ceramica di Castelli, in Abruzzo, ha origini antichissime, ma è divenuta celebre nel Cinquecento.
Furono la buona fattura delle maioliche, le decorazioni vivaci, ma anche l’economicità dei prodotti, dovuta a innovativi sistemi produttivi, che fecero di Castelli uno dei centri più apprezzati al mondo, soprattutto nel Seicento.
Sebbene il borgo sia un piccolo centro, il suo ruolo nella storia della maiolica italiana è di primissimo piano, specialmente nel periodo che va dal XVI al XVIII secolo.
La chiesa cinquecentesca di San Donato a Castelli, definita da Carlo Levi “la Cappella Sistina della maiolica”, costituisce, assieme al coevo vasellame farmaceutico denominato Orsini-Colonna, il punto di partenza ideale di una produzione successiva che godette di grandissima fama in Italia e all’estero; tanto che una delle raccolte più importanti di questo tipo d’opera d’arte è oggi conservato al museo dell’Ermitage a San Pietroburgo.
Castelli, sito alle falde sud-orientali del Gran Sasso d’Italia (gruppo del Monte Camicia), fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia e parte del territorio rientra nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Nel XV secolo fu legato al Ducato di Atri, come dimostrato anche da un affresco di Andrea De Litio nella chiesa parrocchiale di San Rocco.
La famosissima Chiesa di San Donato, nata anticamente come “cona”, ossia chiesetta di campagna, sorge appena fuori dal borgo abruzzese, su una leggera altura. L’edificio venne dedicato alla Madonna del Rosario nel XV secolo, e fu ampliato agli inizi del Seicento fino a prendere la forma attuale.
Nel 1963 questa chiesa fu definita dallo scrittore Carlo Levi la Cappella Sistina della Maiolica, per via del soffitto interamente costituito di tavelle decorate a maiolica, di dimensioni 20×40 cm in circa 1000 (attualmente 800) esemplari, risalenti al 1615-1617 circa. Opera unica nel suo genere, è in parte esposta al Museo delle ceramiche di Castelli che conserva le tavelle rotte o deteriorate. La realizzazione viene attribuita ai ceramisti della famiglia Pompei, anche se l’opera di decorazione della chiesa fu un lavoro che coinvolse tutti i decoratori del paese. Il risanamento e restauro fu a cura delle Antiche Fornaci Giorgi attorno al 1972.
I temi raffigurati sulle mattonelle sono vari: simboli araldici, animali apotropaici, scritte religiose e modi di dire, decorazioni floreali, disegni geometrici semplici.
Un monumento d’arte a Dio unico al mondo.
“Un risultato che è frutto non solo dell’impegno della Chiesa – ha ricordato don Francesco Soddu durante la cerimonia- ma anche di tutta la collettività e solidarietà italiana, per mezzo dei fondi dell’otto per mille”.
Grazie al nostro piccolo aiuto ed alla determinazione di tanti volontari, oggi, cinque famiglie, ed una intera comunità, stanno ritrovando il lavoro, il sorriso ed anche magari un po’ di perduta serenità. L’Italia invece ritrova l’arte e la maestranza di questi piccoli artigiani dell’eccellenza, patrimonio insostituibile ed inestimabile del nostro Paese.